Un numero magico per Teotihuacan

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La notizia è stata ripresa con dovizia di particolari da numerosi organi d’informazione tra il 26 e 27 ottobre 2011. L’archeologo giapponese Saburo Sugiyama, dell’Università Statale di Aichi, durante una tavola rotonda di cinque giorni (dal 23 al 28 ottobre 2011) organizzata dall’INAH, l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di Città del Messico, ha spiegato che i costruttori di Teotihuacan, “la città dove nascono gli dèi”, utilizzarono come modello numerico quello degli 83 centimetri, rinvenuto in maniera evidente nella piramide del Sole, in quella della Luna e nel tempio di Quetzalcoatl.

Si tratta in sostanza di una base numerica, l’83 appunto, moltiplicata per 4 o multipli di 4, che si ritrova costantemente nelle misurazioni degli edifici di Teotihuacan.

Tra gli esempi quello della distanza che intercorre tra le teste scolpite del Serpente Piumato, rappresentate sulla facciata dell’edificio a lui consacrato (3,32 metri, quattro volte l’unità 83) e la lunghezza della scala (13,2 metri, sedici volte l’unità).

Alla conferenza ha partecipato anche l’archeologo messicano Eduardo Matos, che ha presentato le analogie architettoniche e ideologiche tra la cultura Mexica di Tenochtitlan e quella di Teotihuacan. Sugiyama, che ha diretto campagne di scavo a Teotihuacan dal 1998 al 2004, sulla scorta delle sepolture e delle relative offerte rinvenute (qui qualche notizia sugli scavi) ha illustrato anche il simbolismo della Piramide della Luna, descritta come “tempio sacro” poiché le cerimonie che vi si svolgevano erano riconducibili ai movimenti celesti, al dualismo tra il fuoco e l’acqua e alla rinascita della giornata intesa come sorgere del Sole dagli inferi.

Tre scheletri rinvenuti al V livello (su sette) della piramide, risalenti al 300 d.C., sono disposti nella posizione del loto, ornati con collane e pendenti di giadeite che ricordano delle corde legate: potrebbero quindi indicare, secondo l’archeologo, una relazione tra i Maya e il centro cerimoniale Teotihuacan.

La superficie del sito di Teotihuacan è stata stimata in 83 km quadrati; questi 83 centimetri di cui parla l’archeologo Sugiyama corrispondono esattamente a 32,6 pollici, la misura utilizzata come valore standard nel mondo greco.

Nel 1955 l’ingegnere scozzese Alexander Thom scoprì una misura ricorrente nelle antiche strutture megalitiche di Gran Bretagna e Francia, stimata in 82,9 centimetri (32,6378 pollici), quella che poi chiamò Yard megalitica: una misura basata su PHI, il rapporto aureo (rinvenuto anche nella Grande Piramide di Giza), che prende questo nome dallo scultore greco Fidia che per primo l’avrebbe utilizzato per realizzare le sculture del Partenone.

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