Otto von Bolschwing, il nobile nazista protetto dalla CIA

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Reinhard Gehlen, responsabile dell’Organizzazione Gehlen, la rete spionistica clandestina che nel dopoguerra agiva in nome e per conto del CIC e poi della CIA (Licenza CC BY SA 3.0)

Otto von Bolschwing, un nobile iscritto al NSDAP prima del 1933, che aveva prestato servizio nelle SS come ufficiale, era stato un uomo di fiducia di Heinrich Himmler e il referente di Adolf Eichmann per le operazioni di rastrellamento e sterminio degli ebrei in Ungheria.

In particolare, come rileva Susan Cooper dell’U.S. National Archives and Records Administration, sulla scorta dei documenti desecretati ai sensi del Nazi War Crimes Disclosure Act del 1998, von Bolschwing si era occupato della pianificazione degli espropri delle proprietà ebraiche in Austria, poi da capo della sezione rumena dell’SD fu tra gli organizzatori del sanguinoso pogrom (una sommossa popolare) a Bucarest, in Romania nel 1941, che decimò la comunità ebraica.

Egli fu reclutato nel 1948 dall’Organizzazione Gehlen, la rete spionistica clandestina che nel dopoguerra agiva in nome e per conto del Counter Intelligence Corps (CIC) e poi della Central Intelligence Agency (CIA), prima di trasformarsi, nel 1956, nel Bundesnachrichtendienst (BND), il servizio informazioni della Repubblica Federale Tedesca.

Otto von Bolschwing aveva il compito di infiltrare spie in Ungheria e Romania. Per impiantare le reti spionistiche in Romania si rivolse a suoi vecchi conoscenti, che produssero fra l’altro informazioni del tutto attendibili; era anche incaricato di raccogliere informazioni politiche sull’Austria. Eppure, come spiega Fabrizio Calvi, von Bolschwing era stato incaricato anche di fornire informazioni riservate provenienti dall’agenzia di Gehlen per conto della CIA.

La collaborazione di von Bolschwing con l’Organizzazione Gehlen s’interruppe dopo appena un anno, probabilmente perché l’ex generale della Wehrmacht, dopo una riorganizzazione più funzionale del servizio, lo rimosse dal suo incarico. Ma è anche possibile che il barone non volesse rivelare le sue fonti d’informazione, come pretendeva Gehlen.

Da lì von Bolschwing fu accolto ufficialmente nella CIA, che lo destinò come agente sotto copertura in Austria. Ma il Ministero degli interni austriaco chiese informazioni dettagliate sul passato del losco personaggio, che chiaramente non potevano essere fornite; anzi, il dossier che lo riguardava scomparve misteriosamente dagli archivi del Berlin Documents Center (BDC).

Nel 1954 la CIA favorì il suo trasferimento negli Stati Uniti; cinque anni dopo, negando di aver fatto parte del partito nazista e delle SS, egli ottenne anche la cittadinanza americana.

Il giornalista Eric Lichtblau, analizzando la documentazione desecretata dall’intelligence americana, ha rivelato che la CIA confermò che la concessione della residenza negli Stati Uniti era stata offerta a von Bolschwing come premio per i suoi fedeli servizi nel dopoguerra e alla luce dell’irrilevanza delle sue attività nel partito nazista.

In America il criminale di guerra si ricostruì un’esistenza, lavorando come dirigente per molte multinazionali, sebbene l’arresto di Adolf Eichmann nel 1960 facesse balenare in lui la paura di seguire la medesima sorte. Ma continuò a essere protetto dalla CIA per altri vent’anni, probabilmente per evitare all’agenzia di doversi giustificare nel caso egli fosse stato arrestato. Finché un bel giorno non fu accusato per il suo compromettente passato: a quel punto, pur rinunciando alla cittadinanza americana, l’ex collaboratore di Eichmann morì comunque di vecchiaia negli Stati Uniti, pochi mesi dopo.

Hai letto un estratto dal libro “Le spie naziste degli Stati Uniti” (Idrovolante Edizioni, 2023).

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