Joseph Patrick Kennedy, l’ambasciatore antisemita

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Joseph Patrick Kennedy, presidente della U.S. Maritime Commission – Commissione marittima degli Stati Uniti -, compare davanti a una commissione del Congresso il 12 marzo 1937 (Library of Congress via Picryl.com, Pubblico Dominio).

Joseph Patrick Kennedy Sr., padre di John Fitzgerald Kennedy (presidente degli Stati Uniti dal 1961 al 1963), era un ricchissimo uomo d’affari che riuscì a costruire la sua fortuna non solo speculando in borsa e nel settore immobiliare, ma anche producendo film e distribuendo del buon whisky scozzese.

Per Edward Klein, già giornalista investigativo di Newsweek e New York Times Magazine, il patriarca della famiglia fece fortuna come contrabbandiere durante il proibizionismo, assieme al mafioso Francesco Castiglia detto Frank Costello, che a sua volta collaborava con il boss indiscusso della malavita Lucky Luciano.

Costello, infatti, come scriveva qualche anno fa il giornalista Mario Lombardo sulle pagine di Storia Illustrata, aveva ricevuto dall’organizzazione criminale «un incarico di capitale importanza: mantenere i contatti e i rapporti con i politici… Astuto, intelligentissimo, ha un naturale talento per le trattative diplomatiche. È abilissimo nel giudicare gli uomini, nel capirne i punti deboli, individuarne i vizi, per poi sfruttarne le debolezze».

Per questo avviò relazioni con i nomi più importanti del partito democratico di New York, facendoseli amici. A ridosso delle presidenziali del 1932, durante la convenzione democratica di Chicago, mentre Lucky Luciano stringeva rapporti personali con il leader del partito democratico Albert C. Martinelli, Costello, con molta discrezione, stava dalla parte dell’altro candidato, Franklin Delano Roosevelt.

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