Il porto di Cheope

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Veduta degli ingressi alle gallerie di stoccaggio di Wadi el-Jarf (Honor Frost Foundation)

Ai faraoni della IV dinastia è stata attribuita la realizzazione del più antico porto finora conosciuto, nella località oggi chiamata Wadi al-Jarf, sul Mar Rosso, a un centinaio di chilometri da Suez.

Il sito archeologico ha restituito infatti papiri, manufatti e ceramiche dell’epoca, confermando che l’attracco era in uso già nel 2600 a.C.

Molti dei papiri risalgono nello specifico al regno del faraone Cheope.

Qui è stato rinvenuto un molo di pietra lungo trecento metri – che all’epoca doveva ricomprendere una torre d’avvistamento -, un centinaio di ancore di pietra e molte anfore; all’interno delle trenta gallerie scavate nell’entroterra, che avevano chiaramente funzione di rimessa come quelle di Mersa Gawasis, sono emerse altre anfore e quel che rimane dei materiali usati per costruire le navi che solcavano il Mar Rosso.

Alcune pitture parietali all’interno di una delle gallerie, in cui è inserito il nome di uno scriba proveniente da Fayyum (un’oasi a una trentina di chilometri dal Nilo, bonificata mille anni dopo da Sesostri II della XII dinastia), suggeriscono che nell’antichità la Wadi Araba, la valle che collega il Mar Morto con il Golfo di Eilat nel Mar Rosso, fosse una carovaniera a servizio anche del Fayyum.

Fra l’altro Eilat, citata anche nell’Antico Testamento come Ezion Geber, era all’inizio del I millennio a.C. l’attracco portuale del regno di Salomone, e anche da qui si partiva per terre lontane alla ricerca di prodotti esotici.

L’area di Wadi al-Jarf, già nota agli esploratori del XIX secolo, fu interessata alla prima campagna di scavi solamente nel 1953, coordinata dall’archeologo Francois Bissey.

I lavori ripresero nel 2011, sulla scorta di quanto già evidenziato da Bissey. Fu Pierre Tallet della Sorbona di Parigi, che diresse quella missione assieme a El Sayed Mahfouz dell’Università di Assiut, a presentare i risultati un paio d’anni dopo, confermando l’esistenza dell’antico porto egizio.

Tallet pone l’attenzione sulla notevole estensione del Wadi el-Jarf che “[…] ci porta a pensare che non è stato utilizzato solo come punto di partenza per il Sinai, ma certamente anche per lunghe distanze, forse per raggiungere la misteriosa terra di Punt nella parte meridionale del Mar Rosso […] la storia del Mar Rosso in epoca faraonica non è ancora stata completamente scritta, e che l’attuale esplorazione dei siti già noti, e la possibile scoperta di altri nella zona, sono ancora suscettibili di avere profonde ripercussioni sulla nostra conoscenza in questo settore […]”.

Fra l’altro Tallet aveva scoperto qualche anno prima un’altra piccola area portuale a Ayn Sukhna, circa ottanta chilometri da Wadi al-Jarf, che poteva risalire ai faraoni della V dinastia. Tallet afferma che il sito di Ayn Sukhna “[…] era ampiamente occupato per più di un millennio durante il periodo faraonico, dal Vecchio al Nuovo Regno. Le più recenti scoperte indicano chiaramente l’esistenza di un porto, simile a quello di Mersa/Wadi Gawasis più a sud, che sembra essere stato utilizzato principalmente per attraversare la parte meridionale della penisola del Sinai sul lato opposto del golfo […]”.

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