Dopo aver introdotto, qualche settimana fa, la tribù ancestrale degli Hohokam (qui), che realizzarono un complesso sistema di canalizzazione delle acque (qui), oggi discutiamo dei campi per il gioco della palla che costruirono, del tutto simili a quelli della Mesoamerica.
La seconda parte del I millennio d.C. è un periodo di grande dinamismo per gli Hohokam, testimoniato dalla costruzione dei primi campi per il gioco della palla, del tutto simili a quelli della Mesoamerica.
Anche in questo caso, oltre alla funzione d’intrattenimento per un numero di cittadini che andava sempre più crescendo, rimaneva senz’altro la valenza cerimoniale che sta all’origine di questo gioco sacro. Senza trascurare l’ipotesi avanzata da alcuni archeologi che questi campi servissero, invece, per ritrovi danzanti.
Resta comunque il rinvenimento di un paio di palle di gomma nell’area hohokam, anche se non nelle immediatezze dei campi. Stephen Plog scrive infatti che “una di queste sfere è stata trovata all’interno di un vaso di ceramica recuperato in un sito hohokam: è fatta di Guayule, una pianta della gomma originaria delle regioni desertiche del Messico settentrionale e del sud dell’Arizona.” La pianta, che cresce ancor oggi spontaneamente fino a duemila metri sugli altopiani rocciosi, tolte le resine produce il caucciù, la stessa gomma naturale diffusa nel Golfo del Messico.
Nonostante siano più di duecento i campi per il gioco della palla individuati nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, pochi risultano oggetto di studio, poiché costosi da scavare, inoltre appare superfluo farlo per la pochezza di informazioni aggiuntive che potrebbero fornire all’avanzamento della ricerca. La maggior parte di questi terreni sacri non secernono la maestosità di quelli mesoamericani, anche perché si sono progressivamente deteriorati per l’esposizione prolungata alle condizioni climatiche avverse: infatti, la tecnica di costruzione era relativamente semplice, poiché prevedeva una forma ovale e l’accumulo di terra ai lati per delimitarne una forma inclinata.
L’archeologo Eric Taladoire si è chiesto che ruolo potesse avere il gioco della palla per provare l’esistenza di rapporti tra la Mesoamerica e e il Sud-Ovest degli Stati Uniti, in particolar modo con Hohokam e Anasazi. I dati circa l’esistenza del gioco nella zona intermedia, cioè l’Ovest del Messico, fino alla metà degli anni Sessanta erano ancora limitati e prove certe venivano solo da Nayarit con la rappresentazione di cinque modelli di ceramica in cui si osservano chiaramente i giocatori che colpiscono anche la palla. Da allora, il rinvenimento di decine di altri campi in questa fascia ha fatto tornare d’attualità la faccenda.
Taladoire sostiene che vi sono interrogativi circa la discrepanza nella collocazione cronologica di questi campi. Gifford sosteneva che il gioco della palla fu al culmine nella Mesoamerica fino al 500 d.C. e non ci sono prove certe che fosse praticato durante il Tardo Classico (600-900 d.C.).
Una decina di campi sono stati comunque individuati nel Guerrero, mentre altrettanti sono spalmati tra Nayarit, Jalisco, Zacatecas, Durango e Sonora. Questi campi, che dovrebbero essere stati edificati nella seconda parte del I millennio della nostra era, sono difficili da classificare poiché mancanti spesso di elementi importanti per valutarli nel giusto contesto.
Si ritiene che il gioco della palla sia stato introdotto nel Sud-Ovest degli Stati Uniti dopo il Tardo Classico, anche se ci sono esempi precoci in Arizona, almeno quattrocento anni prima, per esempio a Snaketown.
L’archeologo David Wilcox, che si è specializzato nella materia, crede che l’idea religiosa che sta alla base del gioco della palla, sia arrivata nel deserto di Sonora con l’introduzione del mais dalla Mesoamerica. Può anche essere che, con il trascorrere del tempo, le regole del gioco siano leggermente cambiate, per venire incontro alle esigente di una popolazione residente che si faceva sempre più numerosa.