Alois Brunner, capitano delle SS e in un paio di circostanze assistente di Adolf Eichmann, che nelle sue memorie lo definì «il mio uomo migliore», dal giugno 1943 all’agosto 1944 fu a capo del campo d’internamento di Drancy, nei pressi di Parigi.
In quel periodo il cosiddetto macellaio di Vienna si rese responsabile della morte di decine di migliaia di ebrei che fece trasferire nei lager della Polonia, e per questo fu in seguito condannato a morte in contumacia.
Hedi Aouidj e Mathieu Palain, in un’inchiesta pubblicata nel 2017 dalla rivista francese XXI, ricordano che egli fu «responsabile della deportazione ad Auschwitz di 56mila ebrei da Vienna, 43mila da Salonicco, 14mila dalla Slovacchia e 23mila dalla Francia».
Ricercato un po’ da tutti, fece perdere le sue tracce anche grazie all’ostracismo dell’Organizzazione Gehlen, che rifiutò sempre di collaborare con la polizia criminale, arrivando a occultare un corposo fascicolo in cui sarebbe stato possibile individuarne la presenza in Egitto.
Probabilmente Brunner fu protetto poiché aveva reso i suoi servigi dopo la guerra proprio all’intelligence tedesca della Bundesnachrichtendienst.
La Jewish Virtual Library ha suggerito che Brunner potrebbe essere stato impiegato nel dopoguerra anche dalla CIA.
In un’intervista rilasciata nel 1985 al settimanale tedesco Bunte, egli affermò perentoriamente che gli americani avevano, infatti, favorito la sua fuga dal campo in cui era internato, fornendogli documenti falsificati.
Per quel che si sa, Brunner rimase fino al 1954 nella Germania Ovest, per poi trasferirsi in Egitto e successivamente a Damasco, in Siria, protetto dai rispettivi governi.
Durante la sua permanenza in Siria, Brunner divenne nel 1966 consigliere in materia di sicurezza del ministro della difesa Hafiz al-Assad, che dal 1971 assumerà le funzioni di presidente dittatoriale.
Egli fu inviato alla base di Wadi Barada, dove addestrò tutti i responsabili dei servizi segreti e contribuì a creare l’apparato repressivo della nazione.
Testimonianze in tal senso si rinvengono in un documento dei servizi segreti francesi del 21 gennaio 1992, pubblicato dalla rivista XXI.
Brunner svolgeva contemporaneamente anche l’incarico di responsabile per il Medio Oriente per conto della BND, come risulta da un dossier del 1984 desecretato dal Verfassungschutz, il servizio segreto d’informazioni tedesco.
Dal fascicolo comunque incompleto, poiché la BND distrusse nel 1994 buona parte dei suoi incartamenti, risulta che egli fu protetto dall’ex generale della Wehrmacht Ernst Otto Remer – colui che nella circostanza dell’attentato a Hitler nel 1944, si era rifiutato di eseguire l’ordine di uno dei cospiratori, il generale Paul von Hase, di arrestare il ministro della propaganda Josef Goebbels -, in quanto si riteneva la collaborazione di Brunner indispensabile per i servizi segreti della Repubblica federale.
Il regime siriano ha ripetutamente ostacolato gli sforzi di Israele e di altri governi europei, tra cui Germania Est, Francia e Austria, per estradare Brunner, arrivando anche a negare la sua presenza nel paese.
I servizi segreti di alcuni paesi conoscevano comunque il luogo in cui egli si nascondeva, tanto che fu oggetto di almeno un paio di attentati dinamitardi, organizzati dai servizi segreti francesi e da quelli israeliani, rispettivamente nel 1961 e nel 1980, che tuttavia non sortirono l’effetto sperato.
Secondo le ricerche dello storico Efraim Zuroff del Simon Wiesenthal Center di Gerusalemme, che avrebbe avuto confidenze da un ex agente dei servizi segreti tedeschi operante in Medio Oriente, il criminale di guerra nazista sarebbe morto proprio a Damasco, presumibilmente nel primo decennio di questo secolo.
Hai letto un estratto dal libro “Le spie naziste degli Stati Uniti” (Idrovolante Edizioni, 2023).