Sulle tracce del dio Enki

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E’ disponibile sugli store on line il mio ultimo libro: Il paradiso scomparso del dio Enki (Gli sciamani della Mesopotamia, il mistero di una lingua e la ricerca dei libri scomparsi di Ziusudra. Tra Giardino dell’Eden, Diluvio e immortalità).

Ci sono storie che vanno raccontate. Quella di Enki, divinità ancestrale generalmente associata alle acque e alla saggezza, la cui figura ci è stata tramandata dalle cronache mesopotamiche, rientra a pieno titolo in questo novero. Il dio dei Sumeri è anche sinonimo di vita, poiché fu proprio lui con la compagna  Ninhursag, a creare l’Adamu, il primo uomo della specie sapiens.

Il corpus mitologico che riguarda questa divinità, racchiude anche echi che verranno poi ripresi dal Genesi, proprio per le vicende che riguardano da vicino Enki, e sempre da assoluto protagonista: la creazione dell’uomo, il giardino paradisiaco in cui vive con la sua compagna, il presunto peccato originale, il diluvio universale, la confusione delle lingue e la ricerca dell’immortalità.

Lo studio delle gesta attribuite ad Enki, ci permette fra l’altro di investigare anche sulle misteriose terre che rifornivano di prodotti esotici i popoli della Mesopotamia: Dilmun, Marhashi, Magan e Meluhha, partner commerciali di Sumer, e della Mesopotamia in genere, dalla metà del III alla prima parte del II millennio a.C. Mettersi sulle tracce di questa divinità, significa quindi raccontare migliaia di anni del passato dell’umanità, ancor prima che le vicende di Enki fossero messe per iscritto dai Sumeri e che il diluvio spazzasse via quasi del tutto il genere umano.

Qui potete leggere un breve estratto, già pubblicato su questo portale qualche mese fa. Buona lettura!

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