I misteri del lago Titicaca

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In alcuni libri (a partire da Tracce d’eternità del 2009) ho affrontato le tematiche misteriose riferite al lago Titicaca, dove secondo la leggenda il dio Viracocha aveva fatto sorgere il sole. Fra l’altro, proprio a due passi, c’è quel che resta della città di Tiahuanaco, la dimora dei giganti: il mito c’insegna che furono loro o gli dèi a edificarla in una sola notte dopo il diluvio, e lì la celebre divinità aveva fatto dono della vita agli esseri umani. Prima di parlare diffusamente di Tiahuanaco (lo farò certamente in un prossimo articolo), vado quindi a riordinare quanto già scritto, in tutti questi anni, sul lago Titicaca.

 

Il lago Titicaca

Il lago Titicaca si trova al confine tra Perù e Bolivia, a 3812 metri sul livello del mare e misura 8300 chilometri quadrati. Ci sono una quarantina d’isole, le due più grandi, quella del Sole (“Titicaca”) e della Luna (“Coati”), sono nella zona di pertinenza della Bolivia. Le imbarcazioni che ancora oggi solcano le acque del lago, sono uguali a quelle di papiro dell’Egitto e difatti la tecnica di fabbricazione e il materiale usato è lo stesso.

Nella lingua degli Aymarà, gli indigeni peruviani, Titicaca significa “Lago del puma e del pesce sacro” e “Grembo dell’umanità” (Titi infatti si traduce in “puma” mentre Caca è il nome di un pesce della zona, ricordato nelle leggende locali che narrano della creazione e del diluvio). Qui il dio degli Incas, Viracocha avrebbe creato il genere umano, dopo vari tentativi andati a vuoto.

Pare interessante rileggere anche quanto scritto dallo storico Garcilaso de la Vega nel XVI secolo: egli stesso avrebbe visto e percorso delle gallerie scavate sotto la laguna di Urcos, fra Cuzco e il Titicaca. Si tratta forse delle stesse gallerie da cui, secondo le tradizioni locali, sarebbe salito al cielo un enorme serpente d’oro?

È inspiegabile il notevole contenuto salino del Titicaca. Le sue acque, per tale motivo, non possono nemmeno essere destinate all’irrigazione. Se non bastasse, anche i pesci presenti sono prevalentemente di mare. Il mistero si infittisce ancor più se aggiungiamo che una squadra di geologi ha rinvenuto sulla Cordigliera delle Ande una striscia biancastra lunga centinaia di chilometri (pare siano in tutto settecento chilometri, con un’estensione che va dal lago peruviano di Umayo, cento metri sopra il Titicaca, a quello di Coipusa) e che le analisi chimiche hanno accertato essere sedimenti calcificati di piante marine.

Denis Saurat

Beh, non è finita: i ricercatori indipendenti Hans Schindler Bellamy e Denis Saurat, durante una spedizione iniziata nel 1967, trovarono sulle sponde del lago i resti di agglomerati antichi con attrezzature portuali, bacini di carenaggio e boe d’ormeggio. Inoltre si avvidero della presenza di ceneri vulcaniche e depositi provenienti da improvvise inondazioni.

Per fare luce sui misteri di Tiahuanaco occorrerebbe esplorare i ruderi della città sommersa che si trova al centro del lago, la cui presenza è stata confermata nel novembre 1980 dallo studioso argentino Hugo Boero Rojo; i resti sarebbero a circa quindici, venti metri sotto la superficie al largo delle coste di Puerto Acosta, vicino ai confini con il Perù. Rojo aggiunse che “i resti trovati mostrano l’esistenza di antiche civiltà notevolmente antecedenti alla colonizzazione spagnola. Abbiamo trovato templi costruiti su enormi blocchi di pietra, con le strade in pietra in direzione di luoghi sconosciuti e rampe di scale le cui basi si perdono nelle profondità del lago in mezzo a una folta vegetazione di alghe.

Il logo dell’associazione Akakor Geographical Exploring

Nel primo decennio di questo secolo, le informazioni più dettagliate sul lago Titicaca sono venute dall’associazione Akakor Geographical Exploring di Roma nell’ambito del Progetto Orizzonti Precolombiani. Decine di spedizioni, con archeologi e tecnici della boliviana National Archaeology Union hanno permesso di accertare che “…attualmente il Lago Titicaca è ciò che rimane dell’antico mare interno conosciuto come Ballivan e che un tempo ricopriva gran parte dell’Altipiano, prima che le faglie e l’evaporazione provocassero un abbassamento del livello delle acque… Durante la Spedizione Titicaca 2002 sono state scoperte tracce che indicano livelli inferiori delle acque del Lago Titicaca, nel periodo pre-incaici, tra 5.000 e 10.000 anni fa. Il successivo aumento del livello delle acque può avere coperto le possibili costruzioni situate sulle precedenti linee di costa… Il dio dorato, i muri di contenimento, gli acciottolati filmati a più di settanta metri di profondità sono solo un esempio dell’importanza archeologica del popolo Tiwanacota e del potenziale storico che ha questo luogo. Tra i reperti rinvenuti nella spedizione Atahualpa 2004 c’è un bellissimo vaso di fattura amazzonica, il quale suffraga la tesi che il mitico popolo pre-colombiano ha migrato e dominato su tutto il continente sudamericano.

Gli indigeni locali, ci dice la ricercatrice Simone Waisbard, descrivono Tiahuanaco come la città degli Uomini-Condor-Pakajes che stando anche a un antico documento rinvenuto dalla studiosa avrebbero regnato su Tiahuanaco, da sempre considerata grande e sacra sede religiosa posta sotto la protezione degli dèi. Gli Uomini-Condor venivano anche chiamati Zapanas per via di un braccialetto magico che indossavano.

I rilievi geologici riferiti al lago Titicaca, in diretto rapporto con Tiahuanaco che un tempo era sulle sue rive, confermerebbero date remote anche se incredibili. E anche gli animali effigiati sulla stele di Viracocha e sulla celeberrima Porta del Sole, in un angolo del Kalasasaya, risultano estinti dodicimila anni fa.

La Porta del Sole

La Porta del Sole è il più grande monolite del mondo, tagliato da un unico blocco d’andesite, una roccia durissima: è gravemente danneggiata nella parte superiore centrale, probabilmente per via di un fulmine, laddove presenta decorazioni raffiguranti un Sole Piangente. Quest’enigmatica immagine, descritta anche come una maschera di puma, impugna gli scettri del “condor”, i simboli del tuono e del fulmine, e rappresenta la divinità Kon Tiki Viracocha, l’artefice della creazione del mondo. È identificabile anche nel dio-giaguaro.

Tutt’attorno si riconoscono giaguari, condor e serpenti, assieme a strani esseri alati. Sul lato orientale del monolite sembra di riconoscere il Cuvieronius, una specie d’elefante estinto in America almeno da 12.000 anni. Denis Saurat riconobbe effigiata anche la testa di un toxodonte, un animale preistorico ormai estinto. Questo animale fra l’altro ricorre anche nelle ceramiche rinvenute a Tiahuanaco e nelle zone limitrofe. Per il resto le altre incisioni si fanno notare per l’abilità con cui sono state realizzate (senza dimenticare la presenza d’indecifrabili nicchie sulla parte posteriore). Rappresentano la creazione, la potenza celeste, il diluvio e le realizzazioni umane.

Posnansky è convinto che la Porta del Sole potrebbe essere un calendario o uno strumento astronomico, se non entrambe le cose. Particolare non trascurabile, nel 1937 si scoprì che il calendario impresso sulla porta segna un periodo di 260 o 298 giorni invece che 365; in sostanza la Porta del Sole riporta il ciclo di rotazione del pianeta Venere. Attenzione però perché potrebbero corrispondere anche ai giorni necessari alla Terra per compiere una rotazione completa attorno al Sole, certamente in un’epoca remotissima.

Tiahuanaco, per la molteplicità degli indizi finora raccolti, torna a essere quella che è sempre stata: una città marittima, nonostante si trovi ora sulla Cordigliera delle Ande a una altitudine proibitiva. A questo punto vi chiederete come sia potuto accadere tutto ciò, ma nessuno sarà in grado di fornirvi una risposta sensata. Di sicuro qualcosa di catastrofico deve essere successo, presumibilmente verso la fine dell’ultima era glaciale, stando agli allineamenti astronomici proposti da Posnansky, Muller e Steede, anche se la datazione degli insediamenti umani, col metodo del radiocarbonio, ci fornisce un risultato approssimativo tra il 1600 e il 2100 a.C.

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