Cuicuilco, il luogo delle preghiere

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A qualche chilometro da Città del Messico, nella valle di Anahuac, c’è quel che resta di Cuicuilco, un sito che solitamente non rientra negli itinerari turistici in quanto si propende per la vicina Teotihuacan.

Al momento, stando alla cronologia ufficiale della Mesoamerica, qui c’è la costruzione più antica della valle del Messico, una piramide a base circolare che si fa comunemente risalire al VIII-VI secolo a.C.

Sulla scorta della documentazione che gli studiosi hanno potuto sinora esaminare, molto prima di questa data a Cuicuilco si sviluppò un insediamento a carattere prettamente religioso: qua i sacerdoti fecero costruire una specie di santuario in cui veneravano il dio Quetzalcoatl (Il Serpente Piumato) e il dio del fuoco Xiuhtechutli. Le incisioni stilizzate di queste due divinità, le più antiche mai conosciute, sono state rinvenute tra le rovine. Il nome prende origine dalla lingua nauhatl e significa “luogo delle preghiere” o “luogo dell’arcobaleno”.

La piramide circolare, alta quasi 22 metri con una base di 115, presenta sulla cima, un tempo raggiungibile mediante una scalinata, un tempio dedicato ad un’altra antica divinità, Hehuetéotl, conosciuta come quella “del Fuoco Ancestrale”: all’interno è stata trovata una statua votiva a lui riferita (anche se con tutte queste divinità c’è un po’ di confusione, tanto è vero che Xiuhtechutli, letteralmente Signore dell’Anno o Signore Prezioso, dio del fuoco e del centro dell’universo, è spesso confuso con Huehuetéotl, dio Vecchio, che ha riunite in sé le stesse prerogative).

I primi scavi risalgono al 1917, quando l’archeologo e antropologo Manuel Gamio, il primo in Messico ad applicare il metodo della stratigrafia, scoprì una scala centrale e all’interno della piramide quattro gallerie. Parte della piramide fu liberata dagli strati di lava durante due campagne di scavi (1922 e 1924-1925) quando l’archeologo Byron Cummings della University of Arizona, sponsorizzato dalla stessa università, dal governo messicano e dalla National Geographical Society, fu invitato da Gamio a indagare il sito. Cummings fu costretto, per proseguire negli scavi, a impiegare la dinamite. Tra la lava e il monumento fu scoperto uno strato di terriccio giallastro, tanto da far pensare a una qualche forma di protezione se è vero che la piramide non presenta danneggiamenti.

Quando Cuicuilco cadde in disgrazia all’incirca nel 200 a.C., sempre secondo i dettami classici sorse all’improvviso Teotihuacan che ne prese il posto come centro religioso,

Non si può sottovalutare lo stile diverso delle due località: Cuicuilco, per come ci appare, dovrebbe essere collocata in un arco temporale molto remoto rispetto a Teotihuacan (che si trova a pochi chilometri di distanza), altrimenti non si spiegherebbe il notevole progresso raggiunto dai costruttori nel giro di un centinaio d’anni, senza peraltro visibili passaggi intermedi.

Il dibattito tra gli studiosi che hanno lavorato a Cuicuilco è sempre ruotato attorno alla presumibile età da assegnarle: i più sostengono che la costruzione possa risalire all’800-600 a.C. in un contesto che non si scosta di tanto da altri siti della Mesoamerica. D’altronde l’ipotesi è ben suffragata dall’analisi delle ceramiche e dalle datazioni sul materiale organico desunte con il metodo del C-14.

Pochi altri invece propendono per un’età che sembra perdersi nelle pieghe della storia e indicano il 6.000 a.C. avallando una simile ipotesi con una delle prime eruzioni del vulcano Xictli, avvenuta in quell’epoca. Vediamo di capirci qualcosa.

Una parte della piramide è inglobata nel magma del vulcano e questo potrebbe far credere che l’eruzione è da far risalire a ottomila anni fa. I vari strati di lava fanno propendere anche per più di un’eruzione. È accettabile l’eruzione proposta dall’archeologia classica ma questa non è che l’ultima di una lunga serie. Negli scavi del secolo scorso furono conteggiati diciotto metri di sedimenti e cenere sulla piramide, tanto da stimare un periodo di almeno 6.500 anni per la formazione dei vari strati.

Fu Cummings a ipotizzare per Cuicuilco la data così remota, confortato dal parere del geologo e storico degli indiani d’America George E. Hyde, che già nel 1922 suggerì che gli strati di lava più antichi potevano essersi depositati nel 5.000 a.C. mentre i più recenti all’inizio della nostra era.

Nella campagna successiva Cummings fu coadiuvato da tre geologi, Tempest Anderson, Karl Vittich e Nelson Horatio Darton; Darton, della United States Geological Survey, determinò per il flusso di lava più antico un’età di almeno duemila anni. Cummings continuava a credere che la piramide doveva essere più remota, poiché era evidente che prima che la lava in parte la ricoprisse per circa dieci metri, ci furono più ricostruzioni del monumento; l’archeologo sosteneva inoltre che non c’erano tradizioni azteche o di altri popoli della Mesoamerica a ricordare un’eruzione del Xitli all’inizio dell’era cristiana.

Negli anni Sessanta del secolo scorso fu impiegato per la prima volta il metodo del C-14 e i materiali organici di Cuicuilco, quelli rinvenuti sulla piramide, fornirono una datazione assestata al III secolo della nostra era, periodo confermato da analoghe analisi effettuate una ventina d’anni fa. La datazione dei materiali organici e del vasellame indica però la presenza umana nel sito, non certo l’età in cui fu edificata la piramide.

Oggi si ritiene che l’eruzione del vulcano avvenne tra il 500 e il 200 a.C. proponendo il 350 a.C. come data più probabile per il cataclisma. Ma anche qui le opinioni divergono perché altri studiosi suggeriscono il 50 a.C. Chiaramente se la piramide fosse stata edificata per la prima volta ottomila anni fa, non si conoscono i costruttori perché l’uomo di Tepexpan, l’essere umano più remoto rinvenuto in America in quel periodo, era all’inizio della scala evolutiva e non poteva avere simili capacità.

A rendere ancora più ingarbugliata la faccenda c’è, oltretutto, la testimonianza di un medico spagnolo, tale Hernandez, che nel XVI secolo, dopo aver visitato la località, scrisse di aver trovato le ossa appartenenti a qualche specie di animale ormai estinto, probabilmente il Toxodonte, e quelle di esseri umani di incredibile altezza. Secondo la tradizione la piramide fu edificata da una razza di giganti, depositaria dell’elisir di lunga vita.

Infine c’è da riportare che durante gli scavi di Cummings furono notate in cielo un insieme di luci proprio in corrispondenza delle rovine: fu lo stesso archeologo a descrivere queste luci come globuli di colore blu che apparvero in cielo proprio sopra la piramide. Luci a parte, la datazione da assegnare alla piramide circolare di Cuicuilco non potrà mai essere determinata con precisione.

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